Smalti cristallini
Nel corso della lunga storia della ceramica, gli smalti cristallini sono apparsi relativamente tardi.
Sono il risultato di una tecnica particolarmente difficile da controllare.
I primi esempi di smalti cristallini, a parte alcune “apparizioni casuali” nella ceramica cinese, sembrano essere quelli della Manifattura Nazionale delle Porcellane di Sevres, intorno al 1860. Il periodo dell’Art Nouveau costituisce l’apogeo nello sviluppo di questa tecnica, che ritroviamo applicata in differenti manifatture di porcellana, nei paesi dell’Europa del Nord.
Anche Antoni Gaudì grande sperimentatore nel campo della decorazione ha usato questa tecnica nella realizzazione di alcuni manufatti.
Dopo questo periodo, gli smalti cristallini non appaiono quasi più fino al 1960, quando qualche ceramista isolato ricominciò a prendere di nuovo in mano questa tecnica, troppo difficile e poco standardizzabile per essere sfruttata dalla grande industria.
Gli smalti cristallini richiedono infatti un controllo delle condizioni del forno e una cura cosi precisa nelle varie fasi di lavorazione che è praticamente impossibile ottenere due pezzi uguali.
Questi smalti producono al loro interno dei cristalli. Questi cristalli, composti di silicato di zinco, sviluppandosi praticamente solo in due dimensioni dentro il sottile spessore dello smalto, tendono ad assumere l’aspetto di fiori che si dispongono casualmente sulla superficie dell’oggetto.
La tecnologia di questi smalti consiste in quanto segue:
Il corpo degli oggetti è realizzato in gres o in porcellana.
Lo smalto, costituito in buona parte da ossido di zinco, viene cotto a una temperatura di circa 1270°C.Durante la fase di raffreddamento, che deve essere molto lunga e graduale a partire da 1100°C , mentre lo smalto è ancora allo stato fluido, alcune delle sostanze chimiche che lo compongono si riaggregano muovendosi all’interno dello smalto. Questi elementi vanno a formare dei veri e propri cristalli.
Il processo descritto è identico a quello con cui si formano i cristalli in natura.
La realizzazione di questo smalto comporta una lunga sperimentazione per la messa a punto della formula che lo compone e una particolare cura e studio della curva di cottura a cui vengono sottoposti i pezzi smaltati (ossia i tempi di salita e discesa della temperatura all’interno del forno).Una cottura “sbagliata “ comporta una scomparsa parziale o totale dei cristalli che caratterizzano questo tipo di smalto.
Un difficile equilibrio di tecnica ed estetica alla fine produce dei pezzi unici e di particolare fascino.