
Dal 2007 mi sono dedicato allo sviluppo degli smalti cristallizzanti sia su porcellana che su gres. Da subito ho cercato di applicare questa tecnica alla realizzazione di gioielli in porcellana.Le trasparenze e i colori degli smalti cristallizanti sono adatti alla creazione di un gioiello. Il fatto di non poter mai ottenere lo stesso effetto con questa tecnica, offre l’opportunità di creare veri pezzi unici e originali.Il piu grande handicap che ho dovuto affrontare è il fatto che nella tradizione ceramica italiana c’è un assenza totale di letteratura e di pratica di smalti cristallizzanti.Sono comunque riuscito a creare uno smalto adatto alle mie esigenze. Con un’opportuna curva di cottura e vari accorgimenti tecnici sono riuscito a produrre piccole serie di oggetti. Questi sono utilizzabili per il successivo montaggio. Il montaggio è fatto con fili ed accessori di metallo.Il montaggio deve esere studiato per rendere un gioiello portabile. Questo non è un problema secondario. Un gioiello in ceramica deve avere molte caratteristiche per essere un oggetto bello e piacevole da portare. Altrimenti può apparire solamente come una mattonella attaccata ad un polso o ad un collo.Per questo è stata essenziale la collaborazione di mia moglie Silvia Ferraro che ha contribuito alla progettazione e alla creazione dei gioielli.
PROGETTAZIONE : tecnica ed estetica
La progettazione dei nostri gioielli ha come fondamento la creazione di piccole tessere di porcellana che possono essere smaltate solo su una delle due superfici e infornate rigorosamente in orizzontale a causa della estrema fluidità dello smalto.I gioielli composti da più tessere di porcellana, montate insieme con fili passanti in fori praticati all’interno del corpo delle singole tessere, rappresentano una aspetto importante della nostra ricerca ,sia in senso estetico sia in senso tecnico.In senso estetico perché l’uso di tessere di forme diverse opportunamente composte ci permette di rendere piu vario il disegno del gioiello. Ovviando cosi anche ad una certa rigidità della progettazione data dall’impossibilità con tale tecnica di ottenere oggetti smaltati a tutto tondo.Il senso tecnico riguarda la conseguente messa a punto di un sistema di formatura dei singoli pezzi che ci permetta di riprodurli facilmente.
Questo perché, nel caso di gioielli composti da piu tessere di porcellana collegate tra loro con fili passanti, spesso ci siamo trovati costretti a sostituirne più di una: o perché rovinate dallo smalto che, data la sua bassa viscosità, ha otturato un foro o perché su una tessera la cristallizzazione non è avvenuta in modo ottimale.
L’orientamento corretto dei fori passanti delle singole tessere è indispensabile per far tornare intorno ad un collo una collana composta.
Per questo abbiamo dovuto gettare via molti gioielli composti, fatti a mano, per colpa di un singolo elemento da scartare. Infatti riprodurre a mano in maniera perfetta,con la porcellana, un pezzo da sostituire è un impresa difficile dati il ritiro e le deformazioni eventuali durante la seccatura e la cottura.
Si è così deciso di costruire le tessere con forme di gesso. In questa maniera i fori passanti della tessera da sostituire risultano, in maniera semplice, sempre correttamente orientati rispetto agli altri.
LA PORCELLANA
La messa a punto dell’impasto della porcellana è stata altrettanto complessa per due ordini di problemi:

1) la deformazione della porcellana in cottura
2) l’interazione diversa dello smalto cristallizzante con i diversi tipi di porcellana
L’interazione con lo smalto è stato, oltre che un problema, anche un opportunità per scoprire e controllare, attraverso la scelta della giusta tipologia di porcellana, sfumature ed effetti di colore diversi e entusiasmanti.
LA BASSA VISCOSITÀ DEGLI SMALTI CRISTALLIZZANTI
Su un vaso e su una superficie verticale la bassa viscosità degli smalti cristallizzanti è un problema irrisolvibile, se non dotando i pezzi da infornare degli opportuni “paracadute” per raccogliere il flusso dello smalto sul piano del forno.
Contrariamente a quanto anche un ceramista esperto di cristallizzazioni potrebbe pensare, la fluidità del nostro smalto non ha influito molto sulla possibilità che esso potesse scorrere oltre i bordi delle tessere, facendole aderire e incollandole rovinosamente al piano del forno.
Pur non avendo le tessere dei bordi di contenimento, la percentuale di scarti dovuti all’incollamento dei pezzi al piano del forno è risultata di solo il 3% circa.

Questo per due ordini di motivi:
1) Le caratteristiche chimiche dello smalto che ho messo a punto lo rendono relativamente meno fluido
2) Per superfici relativamente piccole, come quella dei pezzi necessari a realizzare un gioiello, la tensione superficiale dello smalto alla temperatura di fusione, come nel caso di una goccia di acqua, tende a trattenere il flusso non facendolo scorrere facilmente oltre il bordo del pezzo.
Tutto questo naturalmente non ci esonera da infornare in orizzontale ogni tessera e di usare un ciclo di cottura sufficientemente veloce per il raggiungimento della massima temperatura ( nel nostro caso circa 1250°C).
In alcuni casi abbiamo impreziosito le singole tessere con un opportuno terzo passaggio che consiste nell applicazione a pennello di oro lucido o matt a contorno dei cristalli che si formano sulla superficie, il cui fissaggio avviene con la solita cottura a 800°C.
I risultati ottenuti pur gratificando il nostro impegno, non ci hanno ancora indotto a mettere la parola fine ad una ricerca appassionante e promettente. Le infinite variazioni di colore che si possono ottenere e la possibilità di nuove e piu innovative soluzioni nella costruzione e nel montaggio dei gioielli, sono uno stimolo continuo a creare e sperimentare.