Nel corso della lunga storia della ceramica, gli smalti cristallizzati sono apparsi relativamente tardi. Sono il risultato di una tecnica particolarmente difficile da controllare.
I primi esempi di smalti cristallizzati, a parte alcune “apparizioni casuali” nella ceramica cinese, sembrano essere quelli della Manifattura Nazionale delle Porcellane di Sevres, intorno al 1860. Il periodo dell’Art Nuveau costituisce l’apogeo nello sviluppo di questa tecnica, che ritroviamo applicata in differenti manifatture di porcellana, nei paesi dell’Europa del Nord.
Dopo questo periodo gli smalti cristallizzati non appaiono più fino al 1960, quando qualche ceramista isolato cominciò a prendere di nuovo in mano questa tecnica, troppo difficile e poco redditizia per essere sfruttata dalla grande industria.
Gli smalti cristallizzati richiedono infatti un controllo delle condizioni del forno e una cura cosi precisa nella realizzazione dei pezzi tale che è praticamente impossibile ottenere due pezzi uguali.
In effetti gli smalti cristallizzati riproducono dentro il forno quelle stesse condizioni che ritroviamo in natura nella formazione di cristalli, come l’ametista e il topazio o come nei cristalli di ghiaccio che si formano sui vetri durante l’inverno.
Nelle nostre ceramiche questi cristalli si formano, durante la cottura, all’interno del sottile spessore dello smalto che ricopre il vaso.
Questi cristalli sono composti di silicato di zinco e sviluppandosi praticamente solo in due dimensioni tendono ad assumere l’aspetto di fiori che si dispongono casualmente sulla superficie dell’oggetto.
L’argilla migliore su cui si sviluppano questi smalti è la porcellana.
Usiamo questi raffinati smalti oltre che per produrre vasi e piatti decorativi, anche per realizzare gioielli in porcellana,
dando cosi un nostro originale contributo alla interpretazione di questa bella e spettacolare tecnica ceramica.
dando cosi un nostro originale contributo alla interpretazione di questa bella e spettacolare tecnica ceramica.